A quasi sei mesi dalla sua introduzione analizziamo il problema della liquidità del regime OSS. Problema che molti venditori online hanno riscontrato o potrebbero riscontrare in futuro.
Partiamo da due aspetti fondamentali del regime OSS
Prima di continuare e spiegare come nasce il credito IVA da recuperare, spieghiamo come funziona l’iva sulle vendite verso l’estero. Parliamo di beni dato che per i servizi si applicano regole differenti.
E qui torniamo al buco nero invisibile nascosto nel regime OSS.
Banalizziamo il tutto con un esempio così da rendere il tutto più chiaro.
Immaginiamo un venditore e-commerce stabilito in Italia che vende in tutta Europa attraverso il regime OSS.
Egli acquisterà la merce in Italia pagando iva sugli acquisti e tale iva diverrà un credito verso l’erario.
In seguito alla vendita dovrà
Ma la sola parte di iva che potrà compensare con quella sugli acquisti è l’iva dichiarata per le vendite italiane (che non transitano dall’OSS). Di qui nasce il problema di liquidità per chi applica il regime OSS. L’iva dichiarata negli altri paesi non è compensabile perché non supportata da un documento contabile. Infatti non vi è obbligo di emissione della fattura.
L’enorme credito, ed il conseguente problema di liquidità, che scaturisce dagli acquisti potrà essere recuperato solo successivamente e non contribuirà alla formazione del plafond. Quindi resta negata anche la possibilità di acquistare in esenzione in qualità di esportatore abituale. E’ quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate con la risposta 802 del 2021.
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