La legge 215/2021 di conversione del decreto Fisco-Lavoro ha introdotto l’obbligo di comunicazione della prestazione occasionale.
L’obbligo è stato introdotto per espandere l’attività di monitoraggio e lotta all’evasione fiscale.
L’art. 2222 c.c. inquadra il lavoro occasionale nell’attività che una persona si obbliga a compiere verso un corrispettivo, un’opera o un servizio, con lavoro prevalentemente proprio e senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente.
Tale strumento è spesso utilizzato per mascherare delle situazioni di lavoro subordinato e quindi per ridurre il carico del costo del lavoro.
L’occasionalità della prestazione, intesa come attività non continuativa nei confronti dello stesso committente esonera il prestatore dalla attivazione di una partita iva. E’ quindi difficile monitorare tale tipo di attività. Di qui l’obbligo, in capo al committente, di comunicazione della prestazione occasionale.
Le modalità per espletare l’obbligo di comunicazione della prestazione occasionale sono indicate, in linea di massima, nella stessa legge 215/2021:
Il committente effettuerà la comunicazione seguendo le modalità indicate dall’art. 15 del D.Lgs. 81/2015 per i lavoratori intermittenti. Compilerà, quindi, il modello UNI-Intermittente e lo invierà via mail alla pec dedicata. In alternativa, si potrà inviare un SMS che contenga il codice fiscale del lavoratore ma solo:
In caso di violazione dell’obbligo di comunicazione della prestazione occasionale è prevista una sanzione amministrativa da euro 500 a euro 2.500 in relazione a ciascun lavoratore autonomo occasionale per cui è stata omessa o ritardata la comunicazione.
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